Inizia così il racconto di Maria Giovanna Maran, missionaria laica, dal 2011 a
Santarem, in Brasile. Diocesi di 500mila abitanti nel cuore
dell'Amazzonia, dove i due grandi fiumi Tapajós e Rio delle Amazzoni si
incrociano in un unico letto. <<Giunti in seminario dove
siamo ospitati lui stesso ci ha preparato la tavola, serviti e al
termine del pranzo si è messo al lavandino a lavare i nostri
piatti>>, racconta Maria Giovanna. Il vescovo Esmeraldo lo conosce in modo casuale: <<un
sacerdote amico di un amico mi ha detto: “Vuoi andare in missione? Ci
sono varie possibilità!”. E mi ha descritto una varietà di situazioni
missionarie dell’America Latina, Africa e Thailandia.
La mia conoscenza del portoghese e il mio stato di vita mi hanno portata
ad optare per le situazioni in cui il mio ruolo si sarebbe definito col
tempo e con l’esperienza>>.
In quest'uomo umile, senza orpelli e
disponibile, Maria Giovanna vede <<tanti gesti che mi hanno fatto
pensare alla “Chiesa del grembiule” e ho ringraziato e ringrazio ogni
volta che vedo uomini e donne che scelgono di vivere e di servire i
fratelli e la Chiesa con questo atteggiamento>>.
<<Nella mia variata esperienza
ecclesiale ho capito che conoscere il seminario di una diocesi è
conoscere il cuore di quella chiesa locale. Ancor più qui a Santarèm,
dove il seminario è la base per tanti sacerdoti che vanno e vengono,
perché vista la realtà di grandi spostamenti, soprattutto in barca, ogni
sacerdote ha in seminario un punto d’appoggio. Le distanze sono enormi,
si parla di molti chilometri o di molte ore di barca. E’ veramente
particolare qui la presenza del vescovo, che nel seminario porta la
vita, le preoccupazioni e le gioie, le difficoltà dell’intera
diocesi>>. (segue)
Nenhum comentário:
Postar um comentário
BEM VINDO IRMÃO E IRMÃ, DEIXE AQUI SEU COMENTÁRIO