quarta-feira, 29 de maio de 2013

fidei donum

La Diocesi di Chiavari e la Diocesi di Genova a servizio della Chiesa cubana
don Franco e don Federico (04/12/2008)
Incontro con  don Franco Buono e  don Federico Tavella  in procinto di rientrare nella missione Diocesana di santa Clara-Cuba
Alcune persone del comitato Pro-Cuba hanno potuto in questi giorni incontrare Don Federico Tavella, il cui mandato missionario è stato prolungato di un anno dal Vescovo di Chiavari, e don Franco Buono che lo ha ricevuto dall’Arcivescovo Bagnasco nella Veglia Missionaria appena celebrata.Egli raggiungerà presto Cuba con l’ intento di ricevere il testimone da don Marino Poggi:
Don Franco, già per anni missionario a Santo Domingo, ha avuto modo di soggiornare un mese circa nella nuova missione affidatagli per conoscere l’ ambiente e le persone.
Durante la serata è stato comunicata la prossima partenza del primo container di materiali edili per la ristrutturazione di alcune chiese della Diocesi di santa Clara, come fortemente richiesto dal vescovo mons. Arturo Gonzales.
Presto sarà reso noto lo stato dei lavori di alcune chiese, già in corso d’ opera o realizzati.
Ai due missionari sono state rivolte alcune domande che ci possono aiutare a comprendere meglio la realtà in cui operano.
“Don Franco, quali differenze o somiglianze hai trovato tra la missione di santo Domingo e quella di Cuba?”
“Nella popolazione cubana c’è molta rassegnazione; le persone sono senza attese:Rispetto a Santo Domingo la povertà è meno evidente, c’è meno degrado. A Cuba tutti cantano e ballano, dando una
impressione di grande allegria, ma dietro a musica trascinante si scoprono testi di una tristezza disarmante e disperata.Sono frequenti le ubriacature di massa, c’è un alto tasso di alcolismo e suicidi, nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni.La massima aspirazione dei giovani è far soldi e andarsene da Cuba.
Cuba, Villa Clara e la diocesi di Santa Clara, dove le diocesi di Genova e Chiavari hanno aperto una missione nell'ottobre 2005
La Chiesa a Cuba è tutta da ricostruire e chi si avvicina ha davanti un’ incognita, chi ha il coraggio di impegnarsi nell’ evangelizzazione rischia l’ emarginazione sociale e la conseguente perdita dei pochi privilegi”
“Qual’è il ruolo del sacerdote nelle due diverse realtà?”
 “Il sacerdote a Santo Domingo è un “ personaggio”, esercita una funzione di controllo sociale, ed  è spesso chiamato come arbitro nelle controversie quotidiane in quanto le istituzioni sono assenti. A Cuba no: bisogna operare nel nascondimento, senza strutture autorizzare:Emblematico è che nella missione si dia da mangiare ogni giorno a circa 200 persone e nessuno ufficialmente sappia niente.
A Santo Domingo, dopo 20 anni di lavoro missionario, sono nati: scuola, centro medico, centro nutrizionale, farmacia, dispensario, servizio funebre e di ambulanza, tutto ciò accettato e gradito dalle istituzioni.
A Cuba sembra che tutto ruoti attorno alla figura del missionario, col pericolo che, mancando lui, tutto si blocchi.
“Don Federico,Quale progetto pastorale è possibile in questa realtà?”
“Insieme al nostro vescovo abbiamo scelto di approfondire in tutte le comunità le lettere di San Paolo:
Grande importanza è data alla formazione dei formatori, laddove emergono persone che mostrano un interesse maggiore ad approfondire la Parola:A questi poi vengono affidate le comunità più lontane.
Un aspetto prezioso della nostra presenza è l’ unità tra noi, la libertà di fare davvero il prete, tra catechesi e celebrazioni con la gente.La Chiesa, che non ha nessun potere,è una Chiesa più libera e questa debolezza è vincente per i sacerdoti.”
“Don Franco, con quali sentimenti e aspettative ritorni alla missione?”
“Vorrei non avere attese né precomprensioni, spero di condividere la vita della gente ed essere testimone di speranza:La nostra presenza dovrebbe poter dire a tutti: - Se siamo qui è perchè Qualcuno vi vuole bene, Qualcuno che ci ama tutti”
“Don Federico, come può la Chiesa genovese sostenete la Missione?”
“La prima cosa da fare è informarsi, conoscere qualcosa della nostra realtà e comunicarla ad altri.Le necessità materiali sono tante, oltre agli interventi caritativi un forte impegno ci è chiesto per ovviare a carenze del servizio sanitario. A tal proposito può dirci qualcosa Gianni Giusto che, da Genova, si occupa di procurarci il necessario per questi interventi”
“Sì, le richieste sono continue, mandiamo medicine (là ne esistono pochissime ed ormai ampiamente superate) carrozzine per disabili, materiale sanitario di ogni tipo per l’ assistenza domiciliare dei malati:
Riusciamo a rifornirci di tutto a basso costo grazie ad una Onlus farmaceutica fondata da un missionario laico, farmacista italiano, che ha saputo mettere a disposizione la sua professionalità per i poveri del mondo:
Ognuno di noi può sentirsi interpellato da questo esempio e portare il suo contributo, c’è spazio per la fantasia di ciascuno”.


quarta-feira, 22 de maio de 2013

AÍAS NASCIMENTO: Dom José Brandão de Castro, o Bispo dos Pobres do Baixo São Francisco
27-05-2012 02:20






...  ele colocou-se a serviço da libertação dos beiradeiros do Velho

por Isaías Carmo Nascimento Filho *

Esta dissertação busca analisar, enquanto fenômeno do campo religioso brasileiro, a trajetória eclesiástica e a ação pastoral de Dom José Brandão de Castro junto aos posseiros, quilombolas, índios e sem-terra, que constituíam o segmento mais pobre da população do Estado de Sergipe, no período de 1960 a 1987, período em foi o bispo residencial da Diocese de Propriá, no Baixo São Francisco.

Rompendo com uma longa tradição, para a qual o exercício do múnus episcopal centrava-se no exercício de uma autoridade equivalente àquela dos poderes civis, e tinha como pressuposto a manutenção da ordem e do poder da Igreja, ele colocou-se a serviço da libertação dos beiradeiros do Velho.

Juntamente com parte do clero, dos religiosos e religiosas e dos/as leigos/as da Igreja Particular de Propriá, incorporou as dores e as esperanças dos pobres e as expressou através de maneiras de orar, de cantar, de fazer poesia e de enfrentar os poderes tradicionais..

* Padre Isaías Nascimento Filho possui graduação em Teologia (2009) e Mestrado em Ciências da Religião (2012), ambos pela Universidade Católica de Pernambuco. Atualmente é Coordenador da Cáritas Diocesana de Propr

Ler mais: http://www.tribunadapraiaonline.com/news/pe-isaias-nascimento%3A-dom-jose-brand%C3%A3o-de-castro,-o-bispo-dos-pobres-do-baixo-s%C3%A3o-francisco/








perfil

Pároco da Igreja de São Pedro Apóstolo desde 1993. Mestre em Ciência da Religião pela Universidade Católica de Pernambuco. É membro do Núcleo de Pesquisa do Centro Universitário CESMAC, coordenador e professor do curso de Teologia desta IES.



segunda-feira, 20 de maio de 2013


Organização
O IV Simpósio de Teologia é organizado pelo Departamento de Teologia da Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro. A PUC-Rio é uma entidade de direito privado, sem fins lucrativos, reconhecida nacional e internacionalmente pela excelência de sua pesquisa e ensino, no respeito aos valores humanos e cristãos, em vista de contribuir positivamente, de modo particular, para a sociedade e a cultura nacionais.
Comissão Organizadora
Presidente:
Prof. Dr. Leonardo Agostini Fernandes, Diretor do Departamento de Teologia, PUC-Rio
Membros:
Alessandra Serra Viegas, PUC-Rio
Elizangela Chaves Dias, PUC-Rio
Isidoro Mazzarolo, PUC-Rio
José Otácio Oliveira Guedes, PUC-Rio
Joseph Theophile Ngouo, PUC-Rio
Maria de Lourdes Corrêa Lima, PUC-Rio
Comitê Científico:
André Wénin, Université Catholique de Louvain-la-Neuve, Bélgica
Boris Agustín Nef Ulloav, PUC-SP
Cássio Murilo Dias da Silva, PUC-RS
Cláudia Andréa Prata Ferreira, UFRJ
Cláudio Vianney Malzoni, UNICAP
Edgard Leite, UERJ
Flávio Martinez de Oliveira, Universidade Católica de Pelotas, RS
Florentino García Martinez, Katholieke Universiteit Leuven, Bélgica
Irineu Rabuske, PUC-RS
João Luiz Correia Júnior, UNICAP
Luiz Alexandre Solano Rossi, PUC-PR
Olga Consuelo Vélez Caro, Pontificia Universidad Javeriana, Bogotá, Colômbia
Pedro Lima Vasconcelos, PUC-SP
Romano Penna, Pontificia Università Lateranense, Roma
Vicente Artuso, PUC-PR
Público alvo:
O IV Simpósio de Teologia da PUC-Rio destina-se a Professores, Pesquisadores e Alunos de Graduação e Pós-Graduação das áreas de Teologia e Ciências da Religião e áreas afins, em âmbito nacional, interessados em refletir e aprofundar o tema central que é proposto.

Programação
Programação Geral
 
15 de maio, 4ª-feira
16 de maio, 5ª-feira
17 de maio, 6ª-feira
8:00
Credenciamento
8:30
Abertura do Simpósio
Leitura orante da Bíblia
Leitura orante da Bíblia
9:00
1ª Conferência
Exegese e Teologia
Bíblica
 
Horacio Simian-Yofre
1ª Conferência
Teologia Sistemática e Exegese
 
María Carmen Aparicio Valls
1ª Conferência
Bíblia, Cultura e Nova Evangelização
 
Mario Cimosa
10:00
Intervalo
Intervalo
Intervalo
10:30
2ª Conferência
Horacio Simian-Yofre
2ª Conferência
María Carmen Aparicio Valls
2ª Conferência
Mario Cimosa
11:30
Colóquio com os participantes
Colóquio com os participantes
Colóquio com os participantes
12:00
Intervalo
Intervalo
Intervalo
14:00
3ª Conferência
Exegese, teologia e hermenêutica
Cesar Carbullanca
 
Comunicações

Mesas Temáticas
 
 
15:00 – 15:30
Intervalo
15:30 – 16:00
Intervalo
16:00 – 18:00

Entrega de certificados
 
Coquetel de encerramento
 
15:30 – 16:30
4ª Conferência
Cesar Carbullanca
16:00 – 17:30
 
Mini-Cursos
 
16:30 -17:00
Colóquio com os participantes

Programação Diária
15 de maio, 4ª-feira
Horário
Atividade
Local
8:00
Credenciamento
Entrada do Salão da Pastoral
8:30
Abertura do Simpósio
Salão da Pastoral
9:00
1ª Conferência Maior
Exegese e Teologia Bíblica
H. Simian-Yofre
Salão da Pastoral
10:00
Intervalo
 
10:30
2ª Conferência Maior
H. Simian-Yofre
Salão da Pastoral
11:30
Colóquio com os participantes
Salão da Pastoral
12:00
Intervalo
 
14:00
3ª Conferência Maior
Exegese, teologia e hermenêutica
C. Carbullanca
Salão da Pastoral
15:00
Intervalo
 
15:30
4ª Conferência Maior
C. Carbullanca
Salão da Pastoral
16:30
Colóquio com os participantes
Salão da Pastoral
17:00
Conclusão das atividades do dia
Salão da Pastoral
 
16 de maio, 5ª-feira
Horário
Atividade
 
Local
8:30
Leitura orante da Bíblia
 
Salão da Pastoral
9:00
1ª Conferência Maior
Teologia sistemática e exegese
María Carmen Aparicio Valls
Salão da Pastoral
10:00
Intervalo
 
 
10:30
2ª Conferência Maior
María Carmen Aparicio Valls
Salão da Pastoral
11:30
Colóquio com os participantes
 
Salão da Pastoral
12:00
Intervalo
 
 
14:00–15:30
Comunicações
Moderadores:
 
  • Bíblia e Ciências
Luís Corrêa Lima
Sala 510L
  • Leitura orante da Bíblia
Geraldo Dondici
Sala 512L
  • Bíblia e liturgia
Luiz Fernando R. Santana
Auditório RDC
  • Bíblia e espiritualidade
Lúcia Pedrosa de Pádua
Auditório Padre Anchieta
  • Bíblia e teologia sistemática
D. Paulo Cézar da Costa
Sala 1156L
  • Bíblia e pastoral
Abimar Oliveira de Moraes Sala 1158L
  • Métodos e abordagens na interpretação da Bíblia I
Ludovico Garmus
Salão da Pastoral
  • Métodos e abordagens na interpretação da Bíblia II
Waldecir Gonzaga
Auditório B8
15:30
Intervalo
 
 
16:00–17:30
Mini-cursos
 
 
  • Animação bíblica da pastoral
Johan Konings
Auditório B8
  • Hermenêutica bíblica
Luís Henrique Eloy e Silva
Salão da Pastoral
  • Bíblia e diálogo inter-religioso
Valmor da Silva
Auditório RDC
  • O Saltério no Novo Testamento
Matthias Grenzer
Auditório Padre Anchieta
 
17 de maio, 6ª-feira
Horário
Atividade
 
Local
8:30
Leitura orante da Bíblia
 
Salão da Pastoral
9:00
1ª Conferência Maior
Bíblia, Cultura e Nova Evangelização
Mario Cimosa
Salão da Pastoral
10:00
Intervalo
 
 
10:30
2ª Conferência Maior
Mario Cimosa
Salão da Pastoral
11:30
Colóquio com os participantes
 
Salão da Pastoral
12:00
Intervalo
 
 
14:00–16:00
Mesas temáticas
Moderadores:
 
  • Bíblia e Pastoral Bíblica
Tereza Cavalcanti
Carlos Mesters
Francisco Orofino
Leonardo Agostini
Auditório B8
  • Bíblia e Cristologia / Eclesiologia
Alfonso García Rubio
Ana Maria Tepedino
José Otácio Oliveira Guedes
Sala 401F
  • Bíblia e Graça / Escatologia
Mario de França Miranda
Lina Boff
Maria de Lourdes Corrêa Lima
Sala 400F
  • Bíblia e Direito
Jesús Hortal Sánchez
Ricardo Lengruber Lobosco
Isidoro Mazzarolo
Auditório Padre Anchieta
16:00–18:00
Entrega de certificados
Coquetel de encerramento
Salão da Pastoral
 

simposio teologico biblico em são paulo

Apresentação
 

Os estudos bíblicos do século XX foram fortemente marcados pelo chamado método histórico-crítico, reconhecido como importante instrumento para a compreensão da Escritura. Sua preocupação com o sentido original e com a história da redação levou, contudo, muitas vezes, à fragmentação dos textos e a uma grande multiplicidade de hipóteses, o que teve por consequência um forte descrédito acerca do método e levantou a questão de sua relevância para a teologia e a pastoral. Exegese, teologia e pastoral seguiram, em grande parte, caminhos independentes ou tocaram-se só tangencialmente. Por vezes a teologia utilizou instrumentais puramente filosóficos, sociológicos ou de outra natureza, desenvolvendo sua reflexão ou sem consideração da Escritura ou utilizando-a como simples acessório. A pastoral em parte abriu-se ao dado bíblico, mas sem que a exegese acadêmica fizesse sentir nela suficientemente suas ressonâncias. Do lado da exegese, surgiu a questão da possibilidade de uma teologia bíblica e, se esta fosse afirmada, a questão da definição de sua natureza.
Os ganhos das ciências literárias e históricas, os avanços da hermenêutica filosófica, o desenvolvimento da reflexão teológica nas últimas décadas não conseguiram de modo adequado tematizar a possível integração destes três componentes (exegese – teologia – pastoral), de modo que está ainda amplamente aberto o campo de debate. A atual tendência à interdisciplinariedade vem somar mais um elemento a esta discussão.
É nesse sentido que a Comissão Organizadora do Departamento de Teologia da PUC-Rio propõe o IV Simpósio de Teologia, a se realizar nos dias 15 a 17 de maio de 2013, com o tema central Exegese, Teologia e Pastoral: relações, tensões e desafios.
Motivações
Este Simpósio dá continuidade à iniciativa do Departamento de Teologia de realizar periodicamente encontros internacionais para promoção do saber teológico e de sua relação com outras áreas de conhecimento.
Inclui-se dentro das comemorações em torno ao 40º aniversário do Programa de Pós-Graduação em Teologia da PUC-Rio (iniciado em 1972) e do Departamento de Teologia, que, fundado em 1968, teve em 1972 seu reconhecimento pela Santa Sé. Nesse sentido, o Simpósio homenageará alguns de seus professores, os quais, tendo-se dedicado por décadas ao ensino e pesquisa no Departamento de Teologia da PUC-Rio, estão deixando ou deixarão em breve o Magistério neste Departamento: Prof. Alfonso García Rubio, Prof.a Ana Maria de Azeredo Lopes Tepedino, Prof. Jesús Hortal Sánchez, Prof.a Lina Boff, Prof. Mario de França Miranda, Prof.a Tereza Maria Pompéia Cavalcanti.
O Simpósio quer também integrar-se na perspectiva do Ano da Fé (de outubro de 2012 a novembro de 2013) e na preparação da Jornada Mundial da Juventude, a se realizar em julho de 2013, no Rio de Janeiro, como meio de aprofundamento de um tema central da área teológica.
Objetivos
A finalidade principal deste Simpósio é aprofundar os três eixos – exegese, teologia, pastoral –, ao redor dos quais giram as áreas de concentração do Programa de Pós-Graduação em Teologia da PUC-Rio (Área Sistemático-Pastoral e Área de Teologia Bíblica), em suas possíveis relações.
Novos horizontes de pesquisa nos conteúdos e na metodologia aí implicados são objetivos inerentes à temática proposta. Através da participação de alunos de Graduação, Pós-Graduação e de Docentes de diversas Instituições, visa-se promover a qualidade da pesquisa e a produção científica em área teológico-bíblica e suas interfaces com ciências da religião e outras ciências humanas.
Conferencistas
O Simpósio apresentará quatro tipos de atividade formativa:
1. Conferências maiores:
Serão desenvolvidas com os seguintes temas e conferencistas:
  • Exegese e Teologia Bíblica, por H. Simian-Yofre, professor emérito do Pontifício Instituto Bíblico, Roma
  • Exegese, teologia e hermenêutica, por C. Carbullanca, professor da Universidade Católica do Chile
  • Teologia sistemática e exegese, por Maria Carmen Aparicio Valls, professora da Pontifícia Universidade Gregoriana, Roma
  • Bíblia, Cultura e Nova Evangelização, por Mario Cimosa, professor da Pontifícia Universidade Salesiana, Roma
2. Mesas temáticas:
  • Bíblia e Pastoral Bíblica: Tereza Maria Pompéia Cavalcanti, Carlos Mesters, Francisco Orofino, Leonardo Agostini Fernandes
  • Bíblia e Cristologia / Eclesiologia: Alfonso García Rubio, Ana Maria de Azeredo Lopes Tepedino, José Otácio Oliveira Guedes
  • Bíblia e Graça / Escatologia: Mario de França Miranda, Lina Boff, Maria de Lourdes Corrêa Lima
  • Bíblia e Direito: Jesús Hortal, Ricardo Lengruber, Isidoro Mazzarolo
3. Mini-cursos:
  • Animação bíblica da pastoral: Johan Konings (Faje)
  • Hermenêutica bíblica: Luís Henrique da Silva (PUC-MG / Faje)
  • Bíblia e diálogo inter-religioso: Valmor da Silva (PUC-GO)
  • O Saltério no Novo Testamento: Matthias Grenzer (PUC-SP)
4. Comunicações:
Considerado o tema central do Simpósio, Exegese, Teologia e Pastoral: relações, tensões e desafios, serão desenvolvidos sete eixos temáticos:
1. Bíblia e Ciências
A Bíblia é um livro que envolve toda a vida do ser humano, quer o trabalhador do campo, quer o encarregado pelo serviço religioso-político, quer o cientista, bem como esse mesmo ser humano integrado no todo cósmico. Ainda que as referências escriturísticas às ciências não tenham prioridade científica, a Bíblia tem um vínculo muito forte com as ciências por tratar o ser humano como a obra prima do cosmos e o cosmos como obra de Deus. Como uma célula na rede neural ou um membro no corpo, o ser humano está ligado a todos os outros membros e à fonte de energia cósmica.
2. Leitura orante da Bíblia
“A Palavra de Deus está na base de toda a espiritualidade cristã autêntica”; a Leitura Orante “é verdadeiramente capaz não só de desvendar ao fiel o tesouro da Palavra de Deus, mas também de criar o encontro com Cristo, Palavra divina viva” (Verbum Domini, n. 86.87). Especialmente nas últimas décadas tem retornado à vida cristã a prática da lectio divina, também denominada leitura orante da Bíblia, em diversos âmbitos e níveis e perseguindo finalidades em parte semelhantes, em parte diversas. Analisar as experiências desta prática, apresentar novas propostas, identificar aspectos teóricos nela envolvidos e sobre eles refletir são objetivos deste eixo temático.
3. Bíblia e Liturgia
“Considerando a Igreja como casa da Palavra, deve-se antes de tudo dar atenção à Liturgia Sagrada. Esta constitui, efetivamente, o âmbito privilegiado onde Deus nos fala no momento presente de nossa vida: fala hoje ao seu povo, que escuta e responde. Cada ação litúrgica está, por sua natureza, impregnada da Sagrada Escritura.” Nesse eixo temático, as comunicações podem ser uma ocasião oportuna para se refletir sobre como “a hermenêutica da fé relativamente à Sagrada Escritura deve ter sempre como ponto de referência a liturgia, onde a Palavra de Deus é celebrada como palavra atual e viva” (Verbum Domini, n. 52).
4. Bíblia e Espiritualidade
O ser humano possui, por natureza, um anseio pela vida espiritual, pois percebe que a posse dos bens materiais não consegue lhe comunicar uma vida em plenitude. Há um mistério no seu ser: é a dimensão espiritual. Portanto, a relação do batizado com a Palavra de Deus é elemento fundamental da sua espiritualidade. As comunicações desse eixo temático podem orientar a reflexão sobre a presença e a ação do Espírito Santo no decorrer da economia da salvação que culminaram em Jesus Cristo e prosseguem na vida da Igreja e de cada batizado.
5. Bíblia e Teologia Sistemática
Dentro do programa do Vaticano II, está o empenho pela integração entre Teologia (sistemática) e Escritura. Tal relação nem sempre se deu sem problemas, havendo por vezes suspeitas tanto por parte dos teólogos sistemáticos quanto por parte dos biblistas quanto ao legítimo uso e interpretação da Escritura. A tematização desta questão, de seus problemas e desafios, assim como novas propostas de integração são as perspectivas deste eixo temático.
6. Métodos e abordagens de interpretação da Bíblia
Este eixo temático é aberto à apresentação, questionamento e propostas de metodologias exegéticas, em forma teórica ou através da tratativa de textos bíblicos. Questões de atualização e inculturação da mensagem bíblica fazem igualmente parte da perspectiva deste eixo temático.
7. Bíblia e Pastoral
A presença da Bíblia na pastoral e, mais, a animação bíblica de toda a pastoral é tema recorrente nos últimos anos. O eixo temático Bíblia e Pastoral tem por objetivo central refletir sobre a importância e o papel da Palavra de Deus no processo de evangelização. Com isto, integra-se na perspectiva do Ano da Fé e na preparação da Jornada Mundial da Juventude.
Para estes sete eixos temáticos serão aceitas propostas de comunicação, a serem analisadas pelo Comitê Científico. As propostas devem ser dirigidas ao contato abaixo, apresentando um resumo de no máximo 2500 caracteres (com espaços) e no máximo 4 (quatro) palavras chave. Uma vez aceita a proposta, seu texto (de no máximo 12 páginas) deve ser encaminhado ao mesmo contato. As normas para apresentação do texto podem ser encontradas em:

on Franco nella comunità di “Boca do Campo” per la S. Messa ed i battesimi

boca do campo

Don Franco con i giovani nell‘anno giubilare 2000

don Franco insieme ad alcuni giovani

padre segio fiesoli italia

Don Sergio con giovani japão

sexta-feira, 17 de maio de 2013


Remo Mutzenberg fala sobre Novos Movimentos Sociais



Remo Mutzenberg, nosso querido Remutz, é professor do Programa de Pós-Graduação em Sociologia da UFPE e especialista em ‘novos movimentos sociais’. Em julho deste ano, não me perguntem o dia, ele topou conversar sobre este tema dentro de um curso sobre ‘modernidade e pós-modernidade’ coordenado por mim. O texto que se segue é uma versão bastante editada de uma conversa que durou em torno de três horas - e, quem sabe, a primeira de muitas colaborações com Remo. Esse sempre foi, aliás, o desejo do CAZZO. Ajudaram na transcrição e edição da conversa Adriana Tenório, Remo e eu próprio.Jonatas.

Remo – (...) Considero que na década de 1970, em decorrência do contexto da sociedade brasileira, projetou-se sobre o que se denominava, de forma genérica, movimentos sociais, uma visão extremamente positiva, atribuindo-lhes o papel de substitutos da classe operária como sujeito histórico. Além disso, concebia-se um conjunto de grupos, agentes sociais muito heterogêneos, como uma unidade política num espaço unificado. Outro aspecto salientado naquele momento foi o de acentuar o caráter espontâneo das diferentes formas de organização que emergiram naquele contexto. Houve certo ocultamento das lideranças por conta da repressão, o que acabou sendo assumido nas próprias análises. Assim, nessa perspectiva, assumiu-se a idéia da auto-organização dos movimentos, quando em realidade havia um campo de militância política feita por quadros de diferentes tendências. Tendências políticas num sentido aberto e abrangente. Isso ficou meio encoberto, daí uma visão tão otimista em relação à emergência espontânea das organizações, em particular o que se passou a denominar de organizações populares. Eu vivi esse período. Vem daí meu interesse pelo tema dos movimentos sociais.

Durante o período de crescimento dos movimentos de bairro e com a retomada do processo de abertura política, no final da década de 1970, aqui em Recife houve a nomeação de Gustavo Krause para prefeito - um dos marcos dessa época – e isso redefiniu a situação porque inseriu esse movimento no campo político em novas modalidades e que foi, também, o reconhecimento da existência das organizações que no período anterior fora reprimido. Isso significou ainda uma nova forma de controle político, de reorganização e de uma nova forma de presença do poder público. Vivi esses momentos como educador ligado a ONGs e a setores da Igreja Católica. Com as mudanças políticas e econômicas ocorridas no final da década de 1980, alteraram-se as posições dessas entidades. Foi nesse novo contexto que retomei o curso de Ciências Sociais. Fiz o mestrado e o doutorado em Sociologia com o olhar voltado para a experiência e os desafios teóricos para se compreenderem as ações coletivas e, no seu interior, a presença e significados dos movimentos sociais, o que me levou a repensar o próprio objeto. Esse debate marcou o início da década de 1990. Tentei, depois de uma revisão teórica, estabelecer uma nova forma de olhar os movimentos sociais a partir da Teoria do Discurso de Laclau e Mouffe. Essa é a minha trajetória e razão do meu interesse pelos movimentos sociais.

Sheila – você falou que houve um refluxo dos movimentos sociais na década de 80, o que foi que determinou esse refluxo?

Remo – Primeiro, é preciso pensar que os Movimentos Sociais não constituem um fenômeno empírico pré-determinado. Tivemos um momento de visibilidade desses movimentos como uma unidade, como resultado de um processo de articulação. Havia uma heterogeneidade muito grande nesses “movimentos”, desde movimentos de bairro, feministas, de trabalhadores rurais, de jovens e de uma infinidade de grupos dispersos pelo Brasil a partir dos quais se criou uma articulação sob a denominação Movimento pelo Processo de Redemocratização. Para usar Touraine, podemos dizer que havia um “opositor”, uma oposição ao regime militar, uma “identidade”, um movimento pela redemocratização, isto é diferentes grupos, diferentes pessoas, se identificavam e com isso e havia também uma proposta de “totalidade”. Esta totalidade dizia respeito à construção de uma democracia. Isso criou um clima de um movimento amplo e uma visibilidade como um movimento homogêneo.

Podemos afirmar que conjuntura favoreceu a criação de uma identidade a partir de uma diversidade de grupos que tinha um objetivo comum. O que aconteceu é que muitas dessas demandas foram conquistadas com a Constituição de 1988 e efetivou-se um processo de eleições diretas em 1989. Isto fez emergir e tornar mais transparente a heterogeneidade dos distintos agentes sociais articulados anteriormente. Compreendo que aquilo que se denominou de refluxo não foi tanto uma redução da presença de grupos, de movimentos, mas a desarticulação de uma unidade que havia sido construída em torno da luta pela (re)democratização. Afinal de contas, o inimigo comum deixou de existir. Com isso, as disputas internas em torno dos interesses particulares se tornaram mais presentes. Muitos desses grupos se institucionalizam e houve uma mudança da presença do Estado. Por um lado, o “inimigo” deixou de ser um eixo aglutinador e, por outro, essas forças emergentes passam a assumir cargos públicos e tornam-se governo. Daí a crise de como repensar essa relação entre governo e sociedade civil. Considero que na década de 1990 não houve uma crise dos movimentos sociais, mas uma crise dos paradigmas utilizados até então para compreendê-los. Os referenciais anteriores não davam conta dessa pluralização e desse processo de articulação. Acho que Melucci foi um dos primeiros a trabalhar isso em termos das sociedades complexas. Agora, é interessante, e vale salientar, que se falou muito na década de 1990 de uma crise dos movimentos, mas foi também naquela década que no Brasil surgiu todas uma literatura que é ainda referência para o debate atual, a exemplo do debate sobre cidadania, sociedade civil, cultura política, democracia social, participação, diversidade. Autores como Avritzer, Sérgio Costa, Eveline Dagnino, Ilse Warren-Schere, Maria da Glória Gohn, entre outros, estavam imbuídos de repensar movimentos sociais.

O otimismo da década de 70 dá lugar a um questionamento sobre a reprodução de formas tradicionais das práticas políticas, em que as pesquisas voltam-se para a identificação de novas práticas mais democráticas tanto no nível institucional quanto na vida cotidiana. Muitas conquistas incorporadas na Constituição de 1988 não esgotam a discussão em torno desses movimentos e em decorrência dos espaços participativos constituídos, mas levam ao questionamento sobre o modo como exercem o direito conquistado. Aí se questiona como os movimentos sociais criaram de fato uma nova cultura democrática e política, não apenas no campo institucional mas também nas relações do cotidiano.

[...]

Remo – Não se trata de uma determinação estrutural, nem símbolo da vontade dos indivíduos. Você tem uma dinâmica, muito mais...

Jonatas – Parece que, sob essa perspectiva teórica, é necessário pensar em que medida é possível evitar a violência de uma determinada estabilização social. Toda estabilização social é uma violência e essa violência é inevitável. A gente opera o político a partir de uma tradição, de um passado que nos convoca. E esse passado é tenso, fruto de antagonismos, aberto, portanto, na exata medida em que ele não é monolítico, també não é determinativo. Nesse sentido específico, o passado se preserva e invade nossas possibilidades de ação. Sobre essa tensão você pode criar algo novo ou ser extremamente conservador. O político deve, no meu entender, permanecer aberto a essa tensão, à alteridade que ele exclui no próprio ato de decisão política. Richard Beardsworth, numa conferência, e seguindo Derrida, chama isso de “menor violência”. Essa forma de pensar não nos dá nunca a garantia de que o mundo vai ser melhor a partir de nossa ação, mas nos convoca a agir. Acho que isso faz toda a diferença.

Remo – Laclau coloca isso como um paradoxo: você tem a necessidade de fixação e, ao mesmo tempo, constata a impossibilidade de uma fixação. Sem uma fixação você tem um discurso psicótico – para viver em sociedade você necessita de alguma fixação. Agora, o que pode ser discutido é como o discurso é fixado. E também: se é fixado por um, dois, ou por um processo mais amplo. Sem fixação você não tem sociedade, não tem possibilidade de convivência social. [...] Pegando nós aqui: você tem algumas regras estabelecidas e a exclusão de outras. Pode-se ler essa exclusão como um ato de violência. Pode ser que tudo tenha sido democraticamente construído, mas significou a exclusão de outras possibilidades. E é esse excluído que vai sempre “empentelhar” essa arrumação. [...] Acho que tem uma outra dimensão que é complicada dentro da teoria sociológica, que é a relação entre estrutura e agência. Pode-se dizer: há uma determinação e é por isso que agimos de tal forma. Mas o que é sujeito? O sujeito é esse momento em que você fica paralisado sem ter uma solução, mas ao mesmo tempo tem de tomar uma decisão. O ‘indecidível’ é o único momento em que você tem a oportunidade de decidir; na hora que você decide, está dentro de um quadro de estruturação de novo. É possível, então, fazer uma diferença entre “posição do sujeito” e “sujeito”.

Jonatas – Kafka já se defrontava com algo parecido – e não é fortuito que Derrida se detenha na análise de seu conto ‘Ante a Lei’, no livro Aporias. Mas do momento de indecibibilidade em Kafka, nada sai. O indivíduo em Kafka fica paralisado diante de aporias. Em Derrida, não. Simmel também dizia algo parecido: o jogo é ao mesmo tempo contingente e determinado. Se ele fosse apenas contingência, não existiria; se fosse apenas determinação, o resultado seria o mesmo. No meio disso, a gente joga. Essas violências, então, são nossa possibilidade no mundo, ou seja, não são a traição de uma subjetividade, mas a possibilidade dessa subjetividade – no sentido específico que Remo atribuiu ao termo.

[...]

Veridiana – [...] Que tipo de relação a gente pode pensar que exista entre a religião e os movimentos sociais? Fico pensando especificamente da relação da teologia da libertação e dos movimentos sociais no Brasil...

Remo – [...] Sempre houve, na Igreja Católica de um modo geral, uma preocupação com a assistência social, ou uma preocupação com o pobre. O que a teologia da libertação entende é que, a partir dessa predisposição, ou desse compromisso, e considerando uma conjuntura muito particular na década de 50 e 60 - ou seja, mudança na Igreja Católica a partir do Concílio do Vaticano II, Guerra Fria, vários processos revolucionários, como, por exemplo, Cuba - há um estímulo de releitura do Cristianismo. Essa releitura se aproxima do marxismo. Isso é muito presente na Europa, a gente pode lembrar dos marxistas cristãos. Na América Latina também vamos ter grupos de cristãos socialistas. É nesse contexto que vai surgir a teologia da libertação.

Teologias heréticas sempre existiram. Mas na América Latina você tem um contexto muito particular, golpes no Brasil, no Chile etc. e que a Igreja inicialmente apoiou - esse é o caso, por exemplo, do Brasil. Num primeiro momento a Igreja Católica apoiou o golpe de 1964. Só que, num segundo momento, passa a existir um discurso crítico em relação a esse golpe. Esse discurso da teologia da libertação ocupou um espaço dentro da Igreja Católica e foi assumido por seus setores progressistas, passando mesmo a ser hegemônico dentro da CNBB e aparecendo como o discurso da Igreja Católica. Hoje esse espaço não existe mais. O que resta são grupos marginais que ainda existem em comunidades eclesiais de base, grupos de ação pastoral... Então, o discurso do compromisso com o pobre é permanente, mas o discurso da teologia da libertação é muito mais conjuntural, pertence a determinado momento. Embora ela continue sendo defendida por alguns teólogos, ela não tem mais espaço dentro da Igreja. [...] A gente poderia também fazer uma distinção entre processos sociais e processos institucionais dentro da própria Igreja. A crise da teologia da libertação é decorrente também da crise do próprio socialismo.

Os partidos de esquerda, os movimentos sociais também estão passando por esse momento de reestruturação, de repensar as suas categorias de ação. E então retomamos o nosso tema: como pensar os movimentos sociais dentro desse novo contexto? [...] Diante de uma crise, você se abre ou se fecha. Me parece que a tendência na Igreja Católica é se fechar, afastar-se do Concílio Vaticano II, guiar-se por um certo fundamentalismo, por uma certa tradição. Mas esse não é meu tema de pesquisa.

Janna – E como você vê a relação entre movimentos sociais e financiamento – eu acho esse um tema fundamental, pois traz a tona a questão da dependência ou não dos movimentos sociais?

Remo – Acho que isso também faz parte de certa cultura política. Um dos pontos fracos de nossa sociedade civil é sua auto-sustentação. O próprio sindicalismo nasce a partir da intervenção de um Estado mantenedor – relação que você não tinha no anarquismo, por exemplo, e que você não encontra nas Ligas Camponesas. Grande parte dos movimentos sociais nas décadas de 70 e 80 passaram a depender de recursos externos. A própria agenda dos movimentos sociais e das ONGs passaram a ser definidas, em grande parte, por agências internacionais - o que não significa necessariamente um problema. A questão da criança e do adolescente, a questão do feminismo e do gênero foram levantadas por essas agências. Há um condicionamento dos financiamento e faz com que os projetos sejam formulados nas áreas nem sempre definidas pelas ONGs, ou organização. Isso cria problemas para as ONGS e para os movimentos sociais. Se você não se adequar a esses grandes temas, você corre o risco de acabar não obtendo financiamento. Hoje, uma grande parte das ONGs é financiada por recursos do Estado – para terem acesso a esses recursos deixaram de se chamar ONGs e passaram a se chamar OSCIP, organização da sociedade civil de interesse público. A Igreja também financiou muitos movimentos sociais. No momento em que esses recursos são retirados, por algum motivo, os movimentos sociais se encontram em dificuldades.

A questão da sustentação econômica dos movimentos sociais e das ONGs é um grande desafio. Agora, isso não significa dizer que essas ONGs, esses movimentos sociais sejam determinados por seus agentes financiadores. Você veja, quem primeiro começou a financiar os movimentos pela saúde coletiva no Brasil foi a Kellogs, que acabou contribuindo para o surgimento do movimento sanitarista, que levou ao SUS etc. Não há uma determinação, embora devamos reconhecer que há condicionamento nessas relações. Mas a questão da sustentação é uma das grandes dificuldades dos movimentos sociais no Brasil.

Acentuaria que, na atualidade, há um processo pluralista em que as ações coletivas passam a assumir um caráter cada vez mais plural, visibilizando uma multiplicidade de demandas e interesses de difícil composição em torno de um centro. Nesse sentido, ONGs, Grupos, movimentos e diferentes formas de organização se mobilizam em torno de disputas por recursos e configuram um campo de relações e articulação de sentidos que tornam mais complexos os processos de hegemonização e da própria governabilidade.

quinta-feira, 16 de maio de 2013

Casas do Projeto Esperança são inauguradas em Salgueiro (PE), diocese de Petrolina

 
A ONG Insieme Pu (Construindo um mundo melhor) da Itália em parceria com a Pastoral Carcerária de Salgueiro entregaram 40 casas que fazem parte do Projeto Esperança encabeçado por Padre . Remi de  Vettor no Bairro Santa Margarida.
Dentro do Projeto Esperança são inclusos vários presidiários que estão em regime semi-aberto. Eles recebem uma bolsa-auxílio de R$   200,00 e a diminuição de pena concedida pela Vara de Execuções Penais. As atividades realizadas pelos presidiários variadamente serventes e pedreiros.Durante a inauguração e entrega das residências esteve presente Padre Remi, Bispo Dom Frei  Paulo Cardoso  0.Carm e Lorenzo que faz parte da equipe organizadora do projeto entre vários membros da Pastoral Carcerária de Salgueiro.Ao total são 50 casas que serão entregues a famílias necessitadas. As outras 10 estão em fase de andamento e em breve também serão inauguradas. A direção do presídio juntamente a Pastoral busca incentivar cada vez mais projetos sociais e trabalhos na Unidade de Salgueiro, para que assim os presidiários tenham uma melhor consciência ao sair da prisão.
Redação  Supramax 14/05/2008 - 15:51 Boletim eletrônico da Pastoral Carcerária.

frei vitorio mazzuco

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É natural de Campo Limpo Paulista, São Paulo. Nasceu no dia 28 de abril de 1953 e ingressou na Ordem dos Frades Menores no dia 20 de janeiro de 1973. Fez a profissão solene no dia 2 de agosto de 1977 e foi ordenado sacerdote no dia 7 de julho de 1979. Estudou Filosofia e Teologia de 1974-1979 no Instituto Teológico Franciscano, Petrópolis. Fez Mestrado em Teologia com especialização em Teologia Espiritual Pontificium Athenaeum Antonianum, Roma, Itália.
Pubblicato Giovedì, 16 Maggio 2013 14:11
Sulla mappa della missione guanelliana nel mondo si sta accendendo una nuova luce. Come Servi della Carità stiamo infatti atterrando nella diocesi di Friburgo in Germania per assumere, agli inizi del 2014, la cura pastorale della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim.
Già presenti da anni in quella nazione come affiliati della Pia Unione di San Giuseppe e poi come Procura Missionaria coordinata dall'ex allievo Gero Lombardo, la nostra Congregazione ha recentemente firmato l’accordo con la diocesi di Friburgo, mettendo a disposizione per il servizio pastorale di un largo numero di emigranti italiani, due confratelli: P. Wieslaw Baniak dalla Polonia e P. Maria Arokiadoss dall’India. Essi costituiranno il germe di una nuova piccola comunità alle dipendenze della Curia generalizia.
L’espansione missionaria in questa ventesima nazione nel cuore dell’Europa non solo risponde all’invito della Chiesa ad animare e sostenere la fede di chi ha lasciato la sua terra (per molti di loro la Sicilia ‘guanelliana’) in cerca di lavoro e di futuro; la presenza dei religiosi guanelliani contribuirà anche a promuovere e rafforzare ulteriormente i legami di solidarietà che già esistono tra la Chiesa della Germania e le nostre stazioni missionarie in Asia, Africa, Centro e Sud America.
I due confratelli, accompagnati alla fine di giugno a Friburgo dal consigliere generale p. Luigi De Giambattista, cominceranno o continueranno la loro preparazione per il nuovo ministero, apprendendo la lingua tedesca e inserendosi gradualmente nel contesto di quella Chiesa locale dove la Provvidenza li sta ponendo.
Accompagniamo fin d’ora con la preghiera p. Wieslaw e p. M. Arokiadoss perché la carità del Signore e lo spirito di Don Guanella siano sempre vivi e visibili nel loro servizio pastorale e nel nuovo spazio di missione.

domingo, 12 de maio de 2013

Frei Vicente Artuso aniversário natalício em 05/04
Frei Vicente Artuso Doutor em Bíblia, professor da Pontifícia Universidade Católica do Paraná (PUCPR) em Londrina e em Curitiba; professor no Seminário Diocesano de Jacarezinho

 Padre Marcelo Rossi - Oração de São Francisco

sábado, 11 de maio de 2013

biblista

uem sou eu

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Sou JUSTINO MARTINEZ PEREZ, Missionário Comboniano. Fiz Teologia na Pontifícia Universidade Gregoriana, Mestrado em Ciências da Educação e Catequese pela Universidade Pontifícia Salesiana de Roma e Doutorando em Bíblia na Faculdade de Teologia de Catalunha. Membro da Associação Bíblica Espanhola (ABE), da Associação Bíblica de Catalunha (ABCat) e do Centro de Estudos Bíblicos do Brasil (CEBI-CE). Diretor do Departamento de Animação Bíblica do Centro de Estudos Pastorais das Dioceses Catalanas (2003-2009). Criador da Escola de Animação Bíblica de Barcelona (1999). Dez anos (1989-1999), trabalhei em Salvador na Pastoral Afro,no diálogo com o Candomblé. Professor de Bíblia em Cursos de Mestrado em vários Centros Teológicos da Espanha (1999-2010)e Assessor na Animação bíblica no Nordeste do Brasil. Autor dos seguintes livros: Mutirão pela vida: Um novo jeito de ler a Bíblia, CEBI - MA, 1997. Histórias para viver. Ler a Bíblia desde a vida, Claret, Barcelona 2003. (Versão em catalão e italiano). Me rodeas de cantos de liberación. Espiritualidad de los Salmos. Em catalão, Claret 2012

sábado, 4 de maio de 2013


Padre Lino Allegri recebe da Assembleia Legislativa do Estado do Ceará Prêmio Frei Tito de Alencar de Direitos Humanos 2012

No próximo dia 12 de dezembro, às 16 horas, durante o II Seminário de Direitos Humanos, que acontecerá no complexo das Comissões da Assembleia Legislativa do Ceará, padre Lino Allegri, assessor da Pastoral do Povo da Rua da Arquidiocese de Fortaleza, receberá o Prêmio Frei Tito de Alencar de Diretos Humanos.
O seminário acontecerá amanhã, dia 11, e na quarta-feira, dia 12 de dezembro. O tema central é “A Política de Direitos Humanos no Estado do Ceará, a Repactuação do Fórum de Direitos Humanos”. O seminário é promovido pela Comissão de Direitos Humanos e Cidadania da Assembleia Legislativa do Estado do Ceará, por ocasião do dia Internacional dos Direitos Humanos que comemora a aprovação da Declaração dos Direitos Humanos pela Assembleia Geral da Organização das Nações Unidas, reunida em Paris, em 10 de dezembro de 1948. O prêmio que Lino Allegri receberá é oferecido a pessoas ou entidades que se destacam na área dos Direitos Humanos e Defesa da Cidadania.
Sobre o prêmio que irá receber padre Lino comenta: “Para mim esse prêmio é um reconhecimento ao trabalho das CEBs, das Pastorais Sociais e dos Organismos de Fortaleza, porque não somente eu trabalhei em defesa dos direitos humanos, é parte de todo o trabalho desses grupos. Também é fruto do trabalho durante os anos que colaborei com o Centro de Defesa de Direitos Humanos da Arquidiocese de Fortaleza”.
Padre Lino Allegri é um missionário italiano da Diocese de Bolzano. Foi ordenado presbítero no dia 27 de junho de 1965. Vive no Brasil desde 1970, primeiramente na Paraíba durante quatro anos. Depois, na Diocese de Santa Maria da Vitória, trabalhou durante 13 anos. Em Goiás Velho, na Paróquia de Jussara, padre Lino foi missionário até 1991, quando veio para Fortaleza onde vive até hoje. Aqui na Arquidiocese de Fortaleza foi vigário paroquial da Paróquia Nossa Senhora da Conceição, no Genibau, vigário paroquial da Área Pastoral da Barra do Ceará; Diretor do CDPDH; Coordenador das Pastorais Sociais da Arquidiocese e do Regional NE 1 da CNBB; Coordenador ANOTE e assessor da Pastoral do Menor da Arquidiocese e do Regional NE1; foi Vigário Paroquial da Área Pastoral do Tancredo Neves; membro da Comissão do Fundo Arquidiocesano de Solidariedade. Atualmente é assessor da Pastoral do Povo da Rua.
Informações sobre padre Lino Allegri (85) 3388.8701. Sobre o II Seminário de Direitos Humanos: Valderez de Albuquerque, Assessoria de Direitos Humanos da Assembleia Legislativa do Ceará, (85) 8886.4241 ou 3277.2560.

Prof. Ordinário
Indirizzo: Lgo. Lorenzo Mossa, 4, - 00165 Roma
Telefono: 06.66.102. 546
jorovira@tin.it
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SCHEDA  PERSONALE
 
P. J. Rovira cmf.
 
(aggiornata al 23 Maggio 2004)
 
 
I) Dati anagrafici:

            Cognomi:  Rovira Arumí.
            Nome (di battesimo): Josep.
            Luogo e data di nascita: Vic (Spagna), 28 Settembre 1942.
            Stato personale: Dal 16 Luglio 1959 (a Vic), professo nella Congregazione dei                                                      Missionari Clarettiani. Dal 2 Luglio 1968 (a Roma), sacerdote.
 
II) Studi:

            Medio-secondari: Nei Seminari minori dei Padri Clarettiani, a Cervera (Spagna) 1954-                                          1956, e a Barbastro (Spagna) 1956-1958.
            Superiori:
            Filosofia: Nel Seminario  filosofico dei Padri Clarettiani, a Solsona (Spagna) 1959-1962
            Teologia: Nello "Studium Theologicum Claretianum in Urbe" (Roma), aggregato alla                                                         Facoltà Teologica della Pontificia Università Lateranense Roma), 1964-1969.
                        Baccalaureato in S. Teologia: Presso lo "Studium" (27 Giugno 1967).
                        Licenziato in S. Teologia: Presso lo "Studium" (18 Giugno 1969).
                        Specializzazione in Teologia Morale: Presso l'Accademia Alfonsiana dei Padri                                                      Redentoristi (Roma), aggregata alla Facoltà Teologica della Pontificia Università                                        Lateranense (1969-1973).
                        Laureato in Teologia Morale: Presso l'Accademia Alfonsiana (15 Dicembre                                                          1973), con una Tesi sul tema: "Esperanza y vida cristiana. Exposición y                                                     valoración del pensamiento de algunos de los autores más representativos de la                                         corriente filosofico-teológica actual sobre la esperanza, a la luz de su aportación                                       a la vida moral cristiana".

III) Attività docente:

            Professore nell'Istituto di Teologia della Vita Consacrata "Claretianum", della                                                       Pontificia Università Lateranense (Roma). Svolge corsi fondamentali, opzionali e                                      seminari.
                        Professore "ad tempus": dal 1973 al 1984.
                        Professore Straordinario: dal 1984 al 1992.
                        Professore Ordinario: dal 1992.
Professore Stabile nel Pontificio Istituto "Regina Mundi" (Roma), annesso alla                                                      Pontificia Università Gregoriana (Roma); dal 2000, annesso alla PUU. Dal 1973 svolge corsi                     fondamentali e opzionali di Teologia Morale e di Teologia della Vita Consacrata.     
Professore Invitato nell'Università Pontificia Salesiana (Roma). Dal 1992, svolge dei corsi opzionali.
            Professore Invitato nell'Institute for Consecrated Life in Asia (ICLA), aggregato alla                                               Facoltà Teologica della Pontificia Università di San Tommaso (Manila,                                                       Filippine). Dal 1994 al 1998, ha svolto corsi vari.
            Professore Invitato nella Pontificia Università Urbaniana (Roma), Facoltà di                                                         Missiologia. Dal 1997, svolge un corso di Teologia della Vita Consacrata.
            Professore Invitato nel Pontificio Istituto "Auxilium". Dal 1998, svolge alcuni temi di Vita Consacrata.

            Altre attività professorali e/o ministeriali: Occasionalmente, in parecchi casi anche ripetutamente, ha                    svolto corsi o conferenze su temi di Vita Consacrata o di Teologia Morale, in altri Centri e                         Comunità di Roma, Italia e all'estero:
Europa: Austria, Germania, Inghilterra, Italia, Polonia, Rumania, Spagna, Svizzera, Ucraina. America: Brasile, Colombia, Costa Rica, Cuba, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama, Puerto Rico, Repubblica Dominicana, USA.
Asia: Corea del Sud, Filippine, Giappone, India, Sri Lanka.
Africa: Guinea Equatoriale, Tanzania.


IV) Cariche:

            Accademiche:
                        1972-1976: Segretario del "Claretianum".
                        1977-1982: Direttore dell'annuario "Claretianum".
                        1980-1986: Decano della Sezione Ispanica di "Regina Mundi".
                        1982-1985: Vicepreside del "Claretianum".
                        1985-1991: Preside del "Claretianum" (rieletto nel 1988).
                        1985-1991: Responsabile dei Convegni annuali del "Claretianum".
                        1991-1994: Vicepreside del "Claretianum".
                        1995-1999: Membro della Commissione Economica di "Regina Mundi".
                        1996-1997: Direttore dell'annuario "Claretianum".
                        1997-2000: Preside del "Claretianum".
                        1997-2000: Responsabile dei Convegni annuali del "Claretianum".
                        1998-2000: Membro del "Centro Studi e Osservatorio della Vita Religiosa"                                                            (CISM, Roma).
  • : Bibliotecario del "Claretianum".  

            Religiose:
                        1976-1986: Vicario della comunità di Professori (Claretianum, Roma).
                        1981-1986: Direttore del "Centro di Spiritualità Clarettiana" (Claretianum,                                            Roma).
                        1989-1992: Superiore della Comunità di Professori (Claretianum, Roma).
                        1998-2001:  Vicario della Comunità di Professori (Claretianum, Roma).
                        2004-       :  Superiore della Comunità di Professori (Claretianum, Roma).


            Ministeriali:
                        1968-1980: Assistente in un gruppo scout (Roma).
                        1975-1992: Cappellano  delle Suore Giuseppine Trinitarie (Roma).
                        1975-2001: Confessore e Padre Spirituale nel Seminario Maggiore Guanelliano                                                (Roma).
                        1979-1994: Confessore e Padre Spirituale nel Seminario Minore Guanelliano (Roma).
1998-2002: Cappellano delle Suore Giuseppine Trinitarie (Roma).
2000-2002: Confessore e Padre Spirituale nel Probandato Guanelliano (Roma).



V) Pubblicazioni:


            Libri:

1-  Aquí un amigo. Fraternidad y amistad en la vida del religioso, Folletos "Con El" n.24, PPC,    Madrid 1985, 32pp.
2- Religious Commitment Today. Crisis, Challenges and Hopes, ClP, Quezon City (Philippines)    1988, XIII+117pp.
3- La Vita Consacratadal Vaticano II ad oggi. Sfide e vitalità, Supplemento a "Scaffalino" n.16, Maggio 1999, 28pp.
4- Vita Consacrata e profezia, EDB, Bologna 2001, 74pp.
5- In ascolto della Parola (Dal Covolo – J. Rovira), Sintesi e Proposte 20, De. Lussografica, San Cataldo-Caltanisseta 2001, 75pp.