don Franco e don Federico (04/12/2008) |
Incontro con don Franco Buono e don Federico Tavella in procinto di rientrare nella missione Diocesana di santa Clara-Cuba
Alcune
persone del comitato Pro-Cuba hanno potuto in questi giorni incontrare
Don Federico Tavella, il cui mandato missionario è stato prolungato di
un anno dal Vescovo di Chiavari, e don Franco Buono che lo ha ricevuto
dall’Arcivescovo Bagnasco nella Veglia Missionaria appena celebrata.Egli
raggiungerà presto Cuba con l’ intento di ricevere il testimone da don
Marino Poggi:
Don
Franco, già per anni missionario a Santo Domingo, ha avuto modo di
soggiornare un mese circa nella nuova missione affidatagli per conoscere
l’ ambiente e le persone.
Durante
la serata è stato comunicata la prossima partenza del primo container
di materiali edili per la ristrutturazione di alcune chiese della
Diocesi di santa Clara, come fortemente richiesto dal vescovo mons.
Arturo Gonzales.
Presto sarà reso noto lo stato dei lavori di alcune chiese, già in corso d’ opera o realizzati.
Ai due missionari sono state rivolte alcune domande che ci possono aiutare a comprendere meglio la realtà in cui operano.
“Don Franco, quali differenze o somiglianze hai trovato tra la missione di santo Domingo e quella di Cuba?”
“Nella
popolazione cubana c’è molta rassegnazione; le persone sono senza
attese:Rispetto a Santo Domingo la povertà è meno evidente, c’è meno
degrado. A Cuba tutti cantano e ballano, dando una
impressione
di grande allegria, ma dietro a musica trascinante si scoprono testi di
una tristezza disarmante e disperata.Sono frequenti le ubriacature di
massa, c’è un alto tasso di alcolismo e suicidi, nella fascia di età tra
i 40 e i 50 anni.La massima aspirazione dei giovani è far soldi e
andarsene da Cuba.
Cuba, Villa Clara e la diocesi di Santa Clara, dove le diocesi di Genova e Chiavari hanno aperto una missione nell'ottobre 2005 |
La
Chiesa a Cuba è tutta da ricostruire e chi si avvicina ha davanti un’
incognita, chi ha il coraggio di impegnarsi nell’ evangelizzazione
rischia l’ emarginazione sociale e la conseguente perdita dei pochi
privilegi”
“Qual’è il ruolo del sacerdote nelle due diverse realtà?”
“Il
sacerdote a Santo Domingo è un “ personaggio”, esercita una funzione di
controllo sociale, ed è spesso chiamato come arbitro nelle
controversie quotidiane in quanto le istituzioni sono assenti. A Cuba
no: bisogna operare nel nascondimento, senza strutture
autorizzare:Emblematico è che nella missione si dia da mangiare ogni
giorno a circa 200 persone e nessuno ufficialmente sappia niente.
A
Santo Domingo, dopo 20 anni di lavoro missionario, sono nati: scuola,
centro medico, centro nutrizionale, farmacia, dispensario, servizio
funebre e di ambulanza, tutto ciò accettato e gradito dalle istituzioni.
A Cuba sembra che tutto ruoti attorno alla figura del missionario, col pericolo che, mancando lui, tutto si blocchi.
“Don Federico,Quale progetto pastorale è possibile in questa realtà?”
“Insieme al nostro vescovo abbiamo scelto di approfondire in tutte le comunità le lettere di San Paolo:
Grande
importanza è data alla formazione dei formatori, laddove emergono
persone che mostrano un interesse maggiore ad approfondire la Parola:A
questi poi vengono affidate le comunità più lontane.
Un
aspetto prezioso della nostra presenza è l’ unità tra noi, la libertà
di fare davvero il prete, tra catechesi e celebrazioni con la gente.La
Chiesa, che non ha nessun potere,è una Chiesa più libera e questa
debolezza è vincente per i sacerdoti.”
“Don Franco, con quali sentimenti e aspettative ritorni alla missione?”
“Vorrei
non avere attese né precomprensioni, spero di condividere la vita della
gente ed essere testimone di speranza:La nostra presenza dovrebbe poter
dire a tutti: - Se siamo qui è perchè Qualcuno vi vuole bene, Qualcuno
che ci ama tutti”
“Don Federico, come può la Chiesa genovese sostenete la Missione?”
“La
prima cosa da fare è informarsi, conoscere qualcosa della nostra realtà
e comunicarla ad altri.Le necessità materiali sono tante, oltre agli
interventi caritativi un forte impegno ci è chiesto per ovviare a
carenze del servizio sanitario. A tal proposito può dirci qualcosa
Gianni Giusto che, da Genova, si occupa di procurarci il necessario per
questi interventi”
“Sì,
le richieste sono continue, mandiamo medicine (là ne esistono
pochissime ed ormai ampiamente superate) carrozzine per disabili,
materiale sanitario di ogni tipo per l’ assistenza domiciliare dei
malati:
Riusciamo
a rifornirci di tutto a basso costo grazie ad una Onlus farmaceutica
fondata da un missionario laico, farmacista italiano, che ha saputo
mettere a disposizione la sua professionalità per i poveri del mondo:
Ognuno di noi può sentirsi interpellato da questo esempio e portare il suo contributo, c’è spazio per la fantasia di ciascuno”.
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