domingo, 16 de março de 2014



CHIESA
In Brasile crescono le opere e la fede
Don Nicola Silvestri fa il punto sulle attività della missione e i cambiamenti messi in campo dal governo con infrastrutture che portano ricchezza ma anche un aumento della delinquenza
21/06/2013
E' diventata una consuetudine invitare al Centro missionario per un incontro fraterno i missionari che tornano a casa per un periodo di vacanza, per condividere con i tanti volontari la loro esperienza di annuncio del vangelo.
Nelle scorse settimane abbiamo incontrato don Nicola Silvestri. Come si sa, il sacerdote imolese, dopo essere stato molti anni vicario parrocchiale a San Giacomo di Lugo (Brozzi), è partito alla fine degli anni ’70 assieme a don Leo e don Sante per Sao Bernardo (Brasile), per avviare il progetto Chiese sorelle. Dalla popolosa città posta alla periferia di San Paolo, si è spostato dopo una ventina d’anni nello stato amazzonico del Mato Grosso del sud, a Porto Alegre do Norte, nella prelatura di Sao Felix do Araguaia.
Il suo desiderio, ha spiegato don Nicola ancora una volta, era quello di andare lì dove la Chiesa ha bisogno di grandi stimoli e forze per partire e diventare, un poco alla volta, autonoma. Nella sua prelatura (diocesi in costituzione), estesa quanto mezza Italia, operano solo una decina di sacerdoti e alcune religiose. Il territorio è diviso in parrocchie, chiamate regioni pastorali, alcune delle quali ancora senza parroco, a loro volta suddivise in comunità.
Nella parrocchia di Porto Alegre do Norte, dove abita don Nicola, le comunità sono oltre una trentina, e in alcune si riesce ad andare solo alcune volte durante l’anno.
Nella sua testimonianza ci ha spiegato come le cose stiano poco a poco migliorando. Una delle novità è quella dell’aumento delle infrastrutture che il governo sta costruendo per consentire un maggiore collegamento fra i paesi principali... che comunque distano varie centinaia di chilometri l’uno dall’altro.
Questo ha portato una maggior ricchezza al territorio, grazie anche al sorgere di alcune fabbriche, ma la crescita della popolazione ha come contropartita anche l’aumento della delinquenza.
Continua ad essere ancora molto grande e necessario, ci ha detto don Nicola, l’intervento della Chiesa a favore degli indigeni e dei loro diritti, realtà forse per noi un po’ lontana, ma che nella fraternità e nella giustizia radicata nel vangelo non possiamo non condividere.
A livello pastorale è ancora forte l’impegno per la costruzione della chiesa di mattoni… e di quella di cuori. La prima, un po’ alla volta sta terminando... molto più grande della precedente per accogliere i tanti nuovi abitanti della cittadina, e probabilmente diventerà concattedrale (nelle foto la costruzione e don Nicola Silvestri). La seconda procede con entusiasmo attraverso la  formazione dei membri delle varie equipe di pastorale che sono chiamate ad edificare la comunità cristiana, anche se la grande mobilità della popolazione, che facilmente si sposta da una regione all’altra, certo non facilita ad un consolidamento spirituale.
Esperienze di terre lontane, ma nello stesso a noi molto vicine, in quanto parte dell’unica realtà che è la Chiesa, che vogliamo continuare ad amare e a sostenere, attraverso l’attenzione e l’amore.
Grazie allora a don Nicola, che ci mostra la bellezza di essere nella Chiesa, dandoci nuovi stimoli per continuare a renderla luogo di incontro e di vita vera.

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